Frattura: quello che c’è da sapere
La frattura rappresenta una delle lesioni traumatiche più comuni e può colpire chiunque, a qualsiasi età. Che si tratti di un incidente sportivo, di una caduta accidentale o di un trauma da impatto, la rottura di un osso richiede sempre una valutazione medica accurata e un trattamento adeguato. Conoscere le diverse tipologie di frattura, i sintomi caratteristici e le opzioni terapeutiche disponibili aiuta ad affrontare questa evenienza con maggiore consapevolezza.
Cos’è una frattura
Una frattura è un’interruzione della continuità di un osso. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, non esiste una reale differenza tra frattura e rottura: i due termini sono sinonimi dal punto di vista medico. L’osso può rompersi in modi diversi, da una semplice crepa a una frammentazione completa in più pezzi.
Le ossa del nostro scheletro sono strutture resistenti ma non indistruttibili. Quando la forza applicata supera la capacità di resistenza del tessuto osseo, si verifica la frattura. Questo può accadere per un trauma diretto, come un colpo o un urto, oppure per un trauma indiretto, quando la forza viene trasmessa all’osso attraverso muscoli e legamenti.
Le tipologie di frattura
Le fratture vengono classificate secondo diversi criteri che aiutano i medici a definire il trattamento più appropriato.
Fratture chiuse e fratture esposte
Nella frattura chiusa l’osso si rompe senza che la pelle venga lacerata. È la forma più comune e generalmente presenta un rischio inferiore di complicanze. La frattura esposta, invece, si verifica quando l’osso rotto perfora la cute ed entra in contatto con l’ambiente esterno. Questa condizione è più grave perché comporta un elevato rischio di infezione e richiede un intervento medico urgente.
Fratture composte e scomposte
Quando i frammenti ossei mantengono il loro normale allineamento anatomico, si parla di frattura composta. Se invece i monconi si spostano dalla loro posizione originaria, la frattura viene definita scomposta. Quest’ultima tipologia richiede spesso una riduzione, ovvero una manovra per riportare i frammenti nella corretta posizione prima dell’immobilizzazione.
Altre classificazioni
Esistono ulteriori tipologie che descrivono il pattern della rottura:
- frattura trasversale, quando la linea di rottura è perpendicolare all’asse dell’osso
- frattura obliqua, con una linea di rottura inclinata
- frattura spiroide, caratterizzata da una linea a spirale tipica dei traumi torsionali
- frattura comminuta, in cui l’osso si frammenta in tre o più pezzi
- frattura a legno verde, tipica dei bambini, dove l’osso si piega e si rompe solo parzialmente
Le fratture da stress
Meritano una menzione particolare le fratture da stress, piccole lesioni che si sviluppano gradualmente a causa di sollecitazioni ripetute nel tempo. Sono frequenti negli sportivi, soprattutto corridori e ballerini, e colpiscono tipicamente le ossa del piede e della gamba. A differenza delle fratture traumatiche, non derivano da un singolo evento ma dall’accumulo di microtraumi.
I sintomi della frattura
Riconoscere una frattura non è sempre immediato, soprattutto quando si tratta di lesioni incomplete o in sedi meno accessibili. Esistono tuttavia alcuni segni caratteristici che devono far sospettare la rottura di un osso.
Il dolore intenso è il sintomo principale, tipicamente acuto e localizzato nella zona della lesione. Il dolore peggiora con il movimento e con la pressione sulla parte interessata, mentre tende ad attenuarsi con l’immobilizzazione.
Il gonfiore compare rapidamente nell’area circostante la frattura, spesso accompagnato da un ematoma che può manifestarsi anche a distanza di alcune ore. La tumefazione è dovuta alla reazione infiammatoria dei tessuti e al sanguinamento locale.
Altri segni che possono indicare una frattura comprendono:
- incapacità di muovere o caricare l’arto interessato
- deformità visibile rispetto al lato sano
- sensazione di scroscio o crepitio al momento del trauma
- instabilità articolare nelle fratture vicine alle articolazioni
- formicolio o intorpidimento se vengono coinvolti i nervi
Nelle fratture da stress i sintomi sono più sfumati: il dolore compare gradualmente durante l’attività fisica e regredisce con il riposo, per poi diventare costante con il progredire della lesione.
La diagnosi
Il percorso diagnostico di una frattura inizia con la valutazione clinica. Il medico raccoglie informazioni sulla dinamica del trauma e procede all’esame obiettivo, ispezionando e palpando delicatamente la zona interessata.
La radiografia
L’esame radiografico rappresenta l’indagine di primo livello per confermare la diagnosi. Permette di visualizzare la sede della frattura, il tipo di lesione e l’eventuale scomposizione dei frammenti. Generalmente vengono eseguite almeno due proiezioni per avere una visione completa.
Esami di secondo livello
In alcuni casi la radiografia standard può non essere sufficiente. La TAC (tomografia computerizzata) fornisce immagini più dettagliate ed è particolarmente utile nelle fratture articolari complesse o quando si deve pianificare un intervento chirurgico. La risonanza magnetica è indicata per visualizzare anche le lesioni dei tessuti molli associati e per diagnosticare le fratture da stress in fase iniziale, che possono non essere visibili alla radiografia.
Il trattamento delle fratture
L’obiettivo del trattamento è ripristinare l’integrità anatomica dell’osso e consentirne la corretta guarigione. L’approccio terapeutico varia in base al tipo di frattura, alla sua localizzazione e alle condizioni del paziente.
Il trattamento conservativo
Molte fratture possono essere trattate senza intervento chirurgico. Dopo l’eventuale riduzione manuale per riallineare i frammenti, l’arto viene immobilizzato con un gesso o un tutore. L’immobilizzazione deve essere mantenuta per il tempo necessario alla formazione del callo osseo, generalmente alcune settimane.
Durante questo periodo è importante seguire le indicazioni mediche riguardo al carico sull’arto e sottoporsi ai controlli radiografici programmati per verificare il corretto processo di guarigione.
Il trattamento chirurgico
L’intervento chirurgico si rende necessario quando la frattura è instabile, fortemente scomposta, articolare o esposta. L’osteosintesi prevede l’utilizzo di mezzi di sintesi metallici come placche, viti, chiodi endomidollari o fissatori esterni per stabilizzare i frammenti e mantenerli nella corretta posizione durante la guarigione.
La riabilitazione
Indipendentemente dal tipo di trattamento, la riabilitazione gioca un ruolo fondamentale nel recupero completo. La fisioterapia aiuta a ripristinare la mobilità articolare, la forza muscolare e la funzionalità dell’arto. Il programma riabilitativo viene personalizzato in base alla sede della frattura e alle esigenze del singolo paziente.
I tempi di guarigione
La durata del processo di guarigione di una frattura dipende da numerosi fattori: età del paziente, sede della lesione e stato di salute generale. Mediamente, le fratture degli arti superiori guariscono in 4-8 settimane, mentre quelle degli arti inferiori richiedono 8-12 settimane o più.
Alcune condizioni possono rallentare la guarigione, tra cui fumo, diabete e carenze nutrizionali. Seguire le indicazioni mediche e non anticipare i tempi di ripresa è essenziale per evitare complicanze come la pseudoartrosi.