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L’artrosi: cosa fa bene per alleviarla e come riconoscerla

L’artrosi è una malattia degenerativa cronica delle articolazioni caratterizzata dal progressivo deterioramento della cartilagine articolare. La cartilagine è il tessuto liscio ed elastico che ricopre le estremità delle ossa all’interno delle articolazioni, permettendo movimenti fluidi e senza attrito. Quando questa si consuma, le ossa possono sfregare l’una contro l’altra, causando dolore, rigidità e limitazione dei movimenti.

Si tratta della forma più comune di artrite e una delle principali cause di disabilità nelle persone anziane. L’artrosi può colpire qualsiasi articolazione del corpo, ma interessa più frequentemente le ginocchia, le anche, le mani, la colonna vertebrale e le articolazioni del piede. A differenza dell’artrite reumatoide, che è una malattia autoimmune, l’artrosi è principalmente legata all’usura meccanica dell’articolazione.

Sebbene l’artrosi sia spesso considerata una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento, non tutte le persone anziane la sviluppano e non colpisce esclusivamente gli anziani. Fattori genetici, stile di vita e traumi pregressi giocano un ruolo importante nello sviluppo della malattia.

Cause e fattori di rischio dell’artrosi

L’artrosi si sviluppa quando l’equilibrio tra la degradazione e la riparazione della cartilagine articolare viene alterato. Con il tempo, i processi di usura prevalgono su quelli rigenerativi, portando al progressivo deterioramento del tessuto cartilagineo. Le cause di questo squilibrio sono molteplici e spesso interconnesse.

L’età rappresenta il principale fattore di rischio. Con l’invecchiamento, la cartilagine perde naturalmente elasticità e capacità rigenerativa, diventando più vulnerabile ai danni. Dopo i 60 anni, la maggior parte delle persone presenta segni radiologici di artrosi in almeno un’articolazione, anche se non sempre accompagnati da sintomi.

Il sovraccarico meccanico prolungato delle articolazioni favorisce lo sviluppo di artrosi. L’obesità è un fattore di rischio significativo, specialmente per l’artrosi del ginocchio e dell’anca, poiché il peso eccessivo aumenta lo stress sulle articolazioni portanti. Il controllo della perdita peso diventa quindi fondamentale nella prevenzione e gestione della malattia. Anche attività lavorative o sportive che comportano movimenti ripetitivi o sollecitazioni intense possono accelerare l’usura articolare.

I traumi articolari, come fratture, lussazioni o lesioni legamentose, aumentano il rischio di sviluppare artrosi nell’articolazione interessata, anche a distanza di anni dall’evento traumatico. Le alterazioni dell’allineamento articolare, come ginocchio varo o valgo, distribuiscono in modo anomalo i carichi sull’articolazione, accelerando il deterioramento della cartilagine.

La genetica gioca un ruolo importante: chi ha familiari con artrosi ha maggiori probabilità di sviluppare la malattia. Esistono infatti varianti genetiche che influenzano la qualità e la resistenza della cartilagine. Anche il sesso è un fattore rilevante: le donne, specialmente dopo la menopausa, sono più colpite dall’artrosi rispetto agli uomini, probabilmente a causa dei cambiamenti ormonali.

Alcune patologie metaboliche come il diabete, le malattie endocrine e i disturbi della deposizione di cristalli (come la gotta) possono predisporre all’artrosi. Anche difetti congeniti delle articolazioni o anomalie dello sviluppo scheletrico, come la scoliosi, aumentano il rischio.

Quali sono i sintomi dell’artrosi

Il dolore articolare è il sintomo principale dell’artrosi. Tipicamente si manifesta come un dolore meccanico che peggiora con l’attività e il movimento dell’articolazione, migliorando con il riposo. Nelle fasi iniziali, il dolore compare solo dopo sforzi prolungati o movimenti ripetitivi, mentre nelle fasi avanzate può essere presente anche a riposo e durante la notte.

Fasi dell’Artrosi
Fase Sintomi principali Limitazioni funzionali Caratteristiche
Iniziale Dolore dopo sforzi prolungati, rigidità <30 min Minime, vita normale Sintomi occasionali
Intermedia Dolore con attività quotidiane, crepitii Difficoltà movimenti specifici Sintomi frequenti
Avanzata Dolore a riposo e notturno, deformità Grave limitazione, assistenza necessaria Sintomi costanti

La rigidità articolare è particolarmente evidente al mattino o dopo periodi di inattività, ma a differenza dell’artrite reumatoide dura generalmente meno di 30 minuti. I pazienti riferiscono una sensazione di articolazione “arrugginita” che migliora gradualmente con il movimento.

La limitazione del movimento è progressiva e varia in base all’articolazione colpita. Nelle ginocchia e nelle anche può causare difficoltà a camminare, salire le scale o alzarsi da una sedia. Nell’artrosi delle mani, diventa problematico compiere gesti fini come aprire barattoli, abbottonare vestiti o scrivere.

Il gonfiore articolare può essere presente, causato dall’accumulo di liquido all’interno dell’articolazione (versamento articolare) o dall’ispessimento dei tessuti circostanti. I rumori articolari come scricchiolii (crepitii) durante il movimento sono comuni e dovuti allo sfregamento delle superfici articolari danneggiate.

Le deformità articolari compaiono nelle fasi avanzate della malattia. Nelle mani, sono caratteristici i noduli di Heberden (sulle articolazioni terminali delle dita) e i noduli di Bouchard (sulle articolazioni intermedie). Nel ginocchio può svilupparsi una deviazione in varismo o valgismo.

Come si toglie l’artrosi

È importante chiarire che l’artrosi è una condizione cronica e degenerativa che non può essere completamente eliminata o guarita. La cartilagine danneggiata non si rigenera spontaneamente. Tuttavia, esistono numerosi trattamenti efficaci che possono rallentare la progressione della malattia, alleviare i sintomi e migliorare significativamente la qualità di vita.

Il trattamento dell’artrosi deve essere personalizzato in base alla gravità dei sintomi, alle articolazioni coinvolte e alle caratteristiche individuali del paziente. L’approccio terapeutico è tipicamente multimodale, combinando diverse strategie farmacologiche e non farmacologiche.

Livelli di Trattamento dell’Artrosi
Livello Trattamenti Quando indicati Efficacia
BASE
(tutti i pazienti)
Perdita peso, esercizio fisico, fisioterapia Sempre come primo approccio Alta a lungo termine
FARMACOLOGICO Paracetamolo, FANS topici/orali Dolore lieve-moderato Buona sul sintomo
INFILTRATIVO Acido ialuronico, cortisonici Dolore resistente, ginocchio Variabile, temporanea
AUSILI Tutori, plantari, bastoni Instabilità, supporto Buona per stabilità
CHIRURGICO Artroscopia, protesi Fallimento terapie, disabilità grave Ottima nei casi selezionati

La perdita di peso rappresenta uno degli interventi più efficaci per chi è in sovrappeso. Ridurre anche solo il 5-10% del peso corporeo può diminuire significativamente il dolore e migliorare la funzionalità articolare, specialmente per ginocchia e anche.

L’esercizio fisico regolare e controllato è fondamentale. Attività a basso impatto come nuoto, acquagym, ciclismo su terreno pianeggiante e camminate moderate rafforzano i muscoli che supportano le articolazioni senza sovraccaricarle. Gli esercizi di stretching mantengono la flessibilità articolare. La fisioterapia specifica aiuta a sviluppare programmi di esercizio personalizzati e insegna tecniche per proteggere le articolazioni.

Sul fronte farmacologico, gli analgesici come il paracetamolo sono utilizzati per il controllo del dolore lieve-moderato. Gli antinfiammatori non steroidei (FANS) come ibuprofene o naprossene sono efficaci contro dolore e infiammazione, ma vanno utilizzati per periodi limitati sotto controllo medico a causa dei potenziali effetti collaterali, specialmente gastrici e cardiovascolari.

Le infiltrazioni intra-articolari di acido ialuronico (viscosupplementazione) possono offrire sollievo temporaneo, specialmente per l’artrosi del ginocchio. L’acido ialuronico agisce come lubrificante e ammortizzatore all’interno dell’articolazione. Le infiltrazioni di cortisonici sono riservate ai casi con infiammazione significativa e versamento articolare.

I condroprotettori come glucosamina e condroitina solfato sono integratori che alcuni studi suggeriscono possano aiutare a rallentare la degenerazione cartilaginea, anche se l’evidenza scientifica è ancora dibattuta.

Ausili ortopedici come tutori, plantari ortopedici, bastoni da passeggio o deambulatori possono ridurre il carico sulle articolazioni doloranti e migliorare la stabilità. Anche modifiche ergonomiche della casa e del posto di lavoro aiutano a ridurre lo stress articolare.

Nei casi più gravi, quando i trattamenti conservativi non sono più efficaci e la qualità di vita è significativamente compromessa, può essere indicata la chirurgia. Le opzioni includono l’artroscopia per rimuovere frammenti cartilaginei, le osteotomie per correggere l’allineamento articolare e, nei casi più avanzati, la sostituzione protesica dell’articolazione (artroplastica).

Qual è la miglior cura per l’artrosi

Non esiste una cura universale migliore per l’artrosi, poiché l’approccio ottimale varia da persona a persona. Tuttavia, le linee guida internazionali concordano su alcuni punti fondamentali per la gestione efficace della malattia.

La combinazione di trattamenti non farmacologici e farmacologici offre i risultati migliori. Gli approcci non farmacologici dovrebbero sempre essere la base del trattamento: educazione del paziente sulla malattia, perdita peso se necessario, esercizio fisico regolare e fisioterapia. Questi interventi hanno dimostrato efficacia a lungo termine senza gli effetti collaterali dei farmaci.

Per il dolore persistente, il paracetamolo rimane il farmaco di prima scelta per la sua sicurezza, mentre i FANS topici (gel o creme) sono preferibili a quelli orali per minimizzare gli effetti sistemici. I FANS orali sono efficaci ma vanno usati alla dose minima efficace e per il minor tempo possibile.

L’approccio migliore prevede anche un’attenta prevenzione della progressione attraverso la protezione articolare, evitando movimenti che causano dolore, alternando periodi di attività e riposo, e utilizzando tecniche corrette per sollevare pesi o svolgere attività quotidiane.

Cosa fa bene all’artrosi: il caldo o il freddo

La termoterapia, sia calda che fredda, può essere utile nella gestione dell’artrosi, ma l’applicazione dipende dalla situazione specifica e dalla fase della malattia.

Il caldo è generalmente più efficace per l’artrosi cronica. L’applicazione di calore attraverso impacchi caldi, borse dell’acqua calda, bagni caldi o cerotti termici aiuta a rilassare i muscoli contratti, ridurre la rigidità articolare e alleviare il dolore cronico. Il calore aumenta il flusso sanguigno alla zona interessata, favorendo il rilassamento dei tessuti e migliorando la mobilità. È particolarmente utile applicare il calore prima dell’esercizio fisico o della fisioterapia per preparare l’articolazione al movimento.

Il freddo è più indicato quando l’articolazione è gonfia, calda e infiammata, situazioni che possono verificarsi durante le riacutizzazioni dell’artrosi. Il ghiaccio riduce l’infiammazione acuta, il gonfiore e ha un effetto anestetico locale sul dolore. Si applica attraverso impacchi di ghiaccio avvolti in un panno per 15-20 minuti, più volte al giorno. Il freddo è particolarmente utile dopo attività fisica che ha sollecitato l’articolazione.

Molti pazienti trovano beneficio alternando caldo e freddo, oppure sperimentando quale delle due opzioni funziona meglio per loro. In generale, per la rigidità mattutina e il dolore cronico il caldo è preferibile, mentre per il gonfiore e l’infiammazione acuta il freddo è più efficace. È importante non applicare mai ghiaccio o fonti di calore direttamente sulla pelle per evitare lesioni cutanee.