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Influenza: quali vaccini e cosa aspettarsi nel 2025

L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali che colpisce milioni di persone ogni anno. Con l’arrivo del 2025, nuove varianti virali e vaccini aggiornati richiedono particolare attenzione per una prevenzione efficace. Comprendere i sintomi, la trasmissione e le strategie di cura è fondamentale per affrontare la stagione influenzale.

Cos’è l’influenza

L’influenza è un’infezione virale acuta che colpisce principalmente le vie respiratorie superiori e inferiori, causata da virus appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae. Questi virus si distinguono in tre tipi principali: influenza A, B e C, con i primi due responsabili delle epidemie stagionali che si verificano tipicamente durante i mesi autunnali e invernali.

I virus influenzali di tipo A sono i più virulenti e responsabili delle pandemie globali. Sono classificati in base a due proteine di superficie: l’emoagglutinina (H) e la neuraminidasi (N). Attualmente circolano principalmente i sottotipi H1N1 e H3N2, che subiscono continue mutazioni genetiche rendendo necessario l’aggiornamento annuale dei vaccini.

I virus influenzali di tipo B causano epidemie meno severe ma comunque significative dal punto di vista sanitario. Sono divisi in due linee evolutive principali: Victoria e Yamagata, entrambe incluse nei vaccini quadrivalenti per garantire una protezione più ampia.

Il virus influenzale ha una caratteristica unica chiamata “deriva antigenica”, che consiste in piccole mutazioni continue delle proteine di superficie. Questo fenomeno fa sì che i virus cambino gradualmente nel tempo, permettendo loro di eludere parzialmente l’immunità acquisita da infezioni precedenti o vaccinazioni.

Periodicamente si verificano anche “salti antigenici”, cambiamenti drastici nella struttura del virus che possono portare a pandemie quando emerge un nuovo sottotipo contro cui la popolazione non ha immunità preesistente. Questo meccanismo ha causato le grandi pandemie del secolo scorso, inclusa quella del 2009 con il virus H1N1.

Quali sono i sintomi dell’influenza attuale

I sintomi dell’influenza del 2025 mantengono le caratteristiche classiche della malattia, ma possono presentare alcune variazioni legate alle specifiche varianti circolanti. L’esordio è tipicamente brusco, con la comparsa simultanea di diversi sintomi che distinguono l’influenza dal comune raffreddore.

La febbre rappresenta il sintomo più caratteristico, spesso elevata e ad insorgenza rapida. Può raggiungere i 39-40°C e persistere per 3-5 giorni. La febbre è spesso accompagnata da brividi intensi e sudorazione profusa, particolarmente durante la fase di defervescenza.

I dolori muscolari diffusi, noti come mialgie, sono estremamente comuni e possono essere particolarmente intensi. I pazienti riferiscono dolori a schiena, gambe e braccia che possono limitare significativamente il movimento. Questi dolori sono dovuti alla risposta infiammatoria sistemica scatenata dall’infezione virale.

La cefalea intensa è un sintomo frequente, spesso localizzata nella regione frontale e temporale. Può essere accompagnata da fotofobia e peggiorare con i movimenti della testa. La cefalea influenzale è tipicamente più severa rispetto a quella associata al raffreddore comune.

L’astenia e la prostrazione sono sintomi caratteristici che possono persistere per settimane dopo la risoluzione della febbre. I pazienti riferiscono una sensazione di debolezza profonda e mancanza di energia che interferisce significativamente con le attività quotidiane.

I sintomi respiratori includono tosse secca e persistente, che può durare settimane dopo la risoluzione degli altri sintomi. Il mal di gola è comune nelle fasi iniziali, spesso descritto come una sensazione di bruciore o graffiamento. La congestione nasale è meno prominente rispetto al raffreddore comune.

I sintomi gastrointestinali, come nausea, vomito e diarrea, sono più comuni nei bambini ma possono manifestarsi anche negli adulti, soprattutto con alcune varianti del virus H1N1.

Come si trasmette l’influenza

La trasmissione dell’influenza avviene principalmente attraverso le goccioline respiratorie emesse durante la tosse, gli starnuti, il parlare o il respiro di persone infette. Queste goccioline possono viaggiare fino a 1-2 metri e essere inalate direttamente da persone nelle vicinanze.

La trasmissione per via aerea attraverso aerosol rappresenta un meccanismo importante, soprattutto in ambienti chiusi e poco ventilati. Le particelle virali microscopiche possono rimanere sospese nell’aria per ore, aumentando il rischio di contagio anche in assenza di contatto diretto con persone infette.

Il contatto indiretto attraverso superfici contaminate costituisce un’altra via di trasmissione significativa. Il virus influenzale può sopravvivere su superfici dure per 24-48 ore e su tessuti per 8-12 ore. Il contagio avviene toccando superfici contaminate e successivamente portando le mani a bocca, naso o occhi.

Il periodo di contagiosità inizia tipicamente 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi e continua per 5-7 giorni dopo l’esordio. I bambini e le persone immunocompromesse possono rimanere contagiosi per periodi più prolungati, fino a 10 giorni o più.

La carica virale è massima nelle prime 48-72 ore di malattia, rendendo questo periodo particolarmente critico per la trasmissione. La tosse e gli starnuti possono generare fino a 40.000 goccioline contenenti milioni di particelle virali.

I fattori ambientali influenzano significativamente la trasmissione. L’aria fredda e secca favorisce la sopravvivenza del virus e riduce l’efficacia delle difese delle mucose respiratorie. Gli ambienti sovraffollati e poco ventilati aumentano esponenzialmente il rischio di trasmissione.

Quanto dura l’influenza

Anche in questo 2025, la durata dell’influenza segue generalmente il pattern classico della malattia, con alcune variazioni individuali legate allo stato immunitario del paziente e alla specifica variante virale. La fase acuta della malattia dura tipicamente 3-7 giorni, durante i quali sono presenti febbre e i sintomi più intensi.

La fase prodromica, che precede l’esordio dei sintomi conclamati, può durare 1-2 giorni ed è caratterizzata da malessere generale, affaticamento e lieve mal di gola. Molti pazienti riferiscono di “non sentirsi bene” senza riuscire a identificare sintomi specifici.

La fase acuta inizia bruscamente con la comparsa di febbre alta, brividi e dolori muscolari. Questa fase raggiunge il picco nelle prime 48-72 ore e inizia a migliorare gradualmente dal terzo-quarto giorno. La febbre tipicamente si risolve entro 5-7 giorni dall’esordio.

La fase di convalescenza può durare 1-2 settimane e talvolta più a lungo negli anziani o nelle persone con condizioni croniche. Durante questo periodo persistono astenia, debolezza e spesso tosse secca. Il ritorno alle normali attività può richiedere tempo variabile.

La tosse post-influenzale può persistere per 2-4 settimane dopo la risoluzione degli altri sintomi. Questo fenomeno è dovuto all’infiammazione residua delle vie respiratorie e non indica necessariamente una complicazione batterica.

Alcuni pazienti possono sperimentare una sindrome post-virale caratterizzata da astenia prolungata, difficoltà di concentrazione e ridotta tolleranza allo sforzo che può durare settimane o mesi. Questa condizione è più comune negli adulti e può richiedere un approccio riabilitativo graduale.

Come si cura l’influenza

Il trattamento dell’influenza nel 2025 si basa su un approccio multidisciplinare che combina terapie sintomatiche, farmaci antivirali quando indicati e misure di supporto generale. La maggior parte dei casi di influenza non complicata si risolve spontaneamente con cure domiciliari appropriate.

Il riposo rappresenta un elemento fondamentale del trattamento. L’organismo necessita di energia per combattere l’infezione virale, e l’attività fisica intensa può prolungare la malattia e aumentare il rischio di complicazioni. È raccomandato il riposo a letto durante la fase febbrile acuta.

L’idratazione adeguata è cruciale per prevenire la disidratazione causata dalla febbre, sudorazione e ridotto apporto di liquidi. È consigliabile bere abbondanti liquidi caldi come tè, brodi e tisane, che possono anche fornire sollievo per il mal di gola.

Il controllo della febbre può essere ottenuto con farmaci antipiretici come paracetamolo o ibuprofene. Questi farmaci non solo riducono la febbre ma alleviano anche i dolori muscolari e la cefalea. È importante seguire i dosaggi raccomandati e non superare le dosi massime giornaliere.

I farmaci antivirali specifici possono essere prescritti in casi selezionati, particolarmente nei pazienti ad alto rischio di complicazioni o quando il trattamento può essere iniziato entro 48 ore dall’esordio dei sintomi. Gli inibitori della neuraminidasi come oseltamivir e zanamivir possono ridurre la durata e la gravità dei sintomi.

Il sollievo dei sintomi respiratori può essere ottenuto con umidificatori ambientali, inalazioni di vapore e gargarismi con soluzioni saline. La tosse secca persistente può beneficiare di sedativi della tosse, mentre l’espettorato può essere facilitato con mucolitici.

L’alimentazione durante l’influenza dovrebbe essere leggera e facilmente digeribile. Sono preferibili cibi ricchi di vitamina C e antiossidanti come frutta e verdura. È importante mantenere un apporto calorico adeguato anche se l’appetito è ridotto.

Quali vaccini per l’influenza nel 2025

La strategia vaccinale per l’influenza del 2025 si basa sui vaccini aggiornati annualmente per includere i ceppi virali che l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede circoleranno durante la stagione influenzale. La composizione vaccinale viene determinata attraverso un sofisticato sistema di sorveglianza virologica globale.

  • Il vaccino quadrivalente rappresenta lo standard attuale e contiene quattro ceppi virali: due virus influenzali A (H1N1 e H3N2) e due virus influenzali B (lineage Victoria e Yamagata). Questa formulazione offre una protezione più ampia rispetto ai precedenti vaccini trivalenti.
  • I vaccini inattivati somministrati per via intramuscolare rimangono l’opzione più comune e sono indicati per tutte le persone dai 6 mesi di età in su, salvo controindicazioni specifiche. Questi vaccini contengono virus uccisi e non possono causare influenza.
  • I vaccini ad alto dosaggio sono specificamente formulati per le persone di età superiore ai 65 anni. Contengono una quantità quattro volte maggiore di antigene rispetto ai vaccini standard, compensando la ridotta risposta immunitaria associata all’invecchiamento.
  • I vaccini adiuvanti incorporano sostanze che potenziano la risposta immunitaria, permettendo di ottenere una protezione efficace con dosi antigeniche ridotte. Sono particolarmente utili negli anziani e nei pazienti immunocompromessi.
  • Il vaccino antinfluenzale vivo attenuato, somministrato per via intranasale, è approvato per persone sane di età compresa tra 2 e 49 anni. Contiene virus vivi ma indeboliti che non possono causare influenza ma stimolano una risposta immunitaria robusta.

La tempistica della vaccinazione è cruciale per ottenere la protezione ottimale. Il vaccino dovrebbe essere somministrato prima dell’inizio della stagione influenzale, idealmente tra settembre e novembre. La protezione si sviluppa circa 2 settimane dopo la vaccinazione.

I gruppi prioritari per la vaccinazione includono persone di età superiore ai 65 anni, donne in gravidanza, bambini da 6 mesi a 5 anni, persone con condizioni croniche come asma, diabete, malattie cardiache e operatori sanitari.

Tipo di vaccino Età raccomandata Via di somministrazione Caratteristiche
Quadrivalente inattivato 6 mesi+ Intramuscolare Standard per tutti
Ad alto dosaggio 65+ anni Intramuscolare 4x antigeni vs standard
Adiuvante 65+ anni Intramuscolare Potenzia risposta immunitaria
Vivo attenuato 2-49 anni (sani) Spray nasale Solo per persone sane

Quanti giorni per l’influenza: tempi di guarigione

I tempi di guarigione dall’influenza variano significativamente tra gli individui e dipendono da fattori come età, stato di salute generale, tempestività del trattamento e ceppo virale specifico. Comprendere questi tempi aiuta a pianificare il ritorno alle normali attività e a riconoscere eventuali complicazioni.

Nei bambini sani, la durata tipica è di 5-7 giorni per la risoluzione dei sintomi acuti, con possibile persistenza di tosse e astenia per 1-2 settimane aggiuntive. I bambini possono rimanere contagiosi più a lungo degli adulti, richiedendo attenzione particolare per il rientro a scuola.

Negli adulti sani, la fase acuta dura generalmente 3-7 giorni, con miglioramento progressivo dal terzo giorno. Il ritorno al lavoro può essere considerato quando si è afebrili per almeno 24 ore senza uso di antipiretici e i sintomi sono significativamente migliorati.

Negli anziani e nelle persone con condizioni croniche, i tempi di guarigione possono essere prolungati fino a 2-3 settimane. Questi pazienti richiedono monitoraggio più attento per il rischio aumentato di complicazioni come polmonite batterica secondaria.

Le complicazioni possono prolungare significativamente i tempi di guarigione. La polmonite virale primaria può richiedere settimane per la risoluzione completa, mentre le infezioni batteriche secondarie necessitano di trattamento antibiotico specifico.

La sindrome post-influenzale può persistere per settimane o mesi, particolarmente negli adulti di mezza età. Questa condizione richiede un approccio graduale al ritorno alle normali attività e talvolta supporto medico per la gestione dei sintomi persistenti.

I fattori che possono prolungare la guarigione includono l’età avanzata, immunosoppressione, gravidanza, obesità, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche. In questi casi è importante il follow-up medico per monitorare l’evoluzione della malattia.

Popolazione Fase acuta Convalescenza Note speciali
Bambini sani 5-7 giorni 1-2 settimane Contagiosi più a lungo
Adulti sani 3-7 giorni 1-2 settimane Rientro lavoro: 24h senza febbre
Anziani (65+) 7-10 giorni 2-3 settimane Maggior rischio complicazioni
Immunocompromessi 10-14 giorni 3-4 settimane Monitoraggio medico necessario

Prevenzione e misure di controllo

La prevenzione dell’influenza richiede un approccio multifocale che combina la vaccinazione con misure igieniche e comportamentali. L’igiene delle mani rappresenta la misura preventiva più semplice ed efficace, riducendo significativamente il rischio di trasmissione.

Il lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi è raccomandato, specialmente dopo aver tossito, starnutito o toccato superfici pubbliche. L’uso di disinfettanti a base alcolica è un’alternativa efficace quando acqua e sapone non sono disponibili.

L’etichetta respiratoria include coprire bocca e naso con un fazzoletto durante tosse e starnuti, smaltire immediatamente i fazzoletti usati e lavare le mani. In assenza di fazzoletti, è preferibile tossire o starnutire nell’incavo del gomito piuttosto che nelle mani.

L’uso di mascherine può ridurre la trasmissione, soprattutto in ambienti affollati o quando si è in contatto con persone ad alto rischio. Le mascherine chirurgiche sono efficaci nel ridurre la dispersione di goccioline da parte di persone infette.

Il distanziamento sociale durante i periodi di alta circolazione virale può limitare la trasmissione. Evitare folle e assembramenti, soprattutto in spazi chiusi poco ventilati, riduce l’esposizione al virus.

Il mantenimento di uno stile di vita sano supporta il sistema immunitario. Un’alimentazione equilibrata ricca di vitamine e minerali, esercizio fisico regolare, sonno adeguato e gestione dello stress contribuiscono a una migliore resistenza alle infezioni.